Riflessioni

martedì 14 luglio 2020

UNA BUONA COSCIENZA

Con la testa fra
due cuscini
IL MIGLIOR CUSCINO SU CUI DORMIRE È UNA BUONA COSCIENZA
Passeggiavo nel parco, quando vidi sotto un lillà fiorito, due uomini che dormivano come un bambino che ha appena finito di poppare.
Sotto il capo nessun cuscino, ma solo una buona coscienza.
Pelle del viso rilassata, distesa, nessuna ruga in fronte.
Dormivano sereni senza percepire i disturbanti rumori del parco.
Vestiti e scarpe consumati dal cammino percorso.
Senza paura di essere derubati non avevano niente, ne un fagotto e neppure un portafoglio vuoto, la loro povertà in evidenza fungeva per loro da antifurto.
Come dice quel detto: 'il miglior antifurto è la povertà '
Nessuna parete attorno a loro, non gli serviva, perché non hanno nemici, la loro coscienza pulita li faceva sentire sicuri.
Magri, un pò deperiti e probabilmente a stomaco vuoto, ma i loro sogni erano succulenti, si vedevano seduti attorno a una tavola super imbandita di un matrimonio, confermando ciò che scrisse un saggio:
"Dolce è il sonno di chi serve, sia che abbia poco o molto da mangiare, ma l’abbondanza non permette al ricco di dormire." Ecclesiaste 5:12

Dormivano sereni senza paure sul cuscino della buona coscienza, perché non avevano abbandonato la famiglia, non erano ladri in fuga, ne avevano fatto del male o sgarri ad alcuno, erano consapevoli di essere nel mirino di chi li protegge, conoscendo le parole che dicono:
"Perciò non abbiate paura: voi valete più di molti passeri." Matteo 10:31

Tornando con la mente a quel momento in cui li guardavo, ricordo che pensai: "questo dormire tra due cuscini immaginari, va premiato, appena si svegliano gli dò una contribuzione, possono andare a rinfrescarsi nella toilette li vicino e poi andare a farsi  fare un panino e un'aranciata. Così ho fatto e mi hanno capito, anche se parlavamo un'altra lingua, pure io ho capito la loro spiegazione del sogno della tavola imbandita, e ho ricevuto un sorriso a tutta bocca che mi ha fatto star bene anche me, provando quella gioia nel dare:
"Il Signore Gesù, ... disse: ‘C’è più felicità nel dare che nel ricevere’”. ATTI 20:35

Ho compreso bene con questa esperienza che cos'è il miglior cuscino per dormire.
   E… di Ab…

Vedi I miei libri 📚 su Amazon: clicca prima su             eBook Kindle              e poi trascrivi con copia e incolla  'Abrigo Enzo'

giovedì 9 luglio 2020

L' AUTOSUFFICIENZA

 Se ti immedesimi in un sereno
tramonto
senti che non ti manca
 nulla


CHI È AUTOSUFFICIENTE HA UN BILANCIO POSITIVO, PERCHÉ OLTRE A NON CHIEDERE NULLA AGLI ALTRI, POSSIEDE UN AVANZO CHE DISPONE PER GLI ALTRI CHE SONO IN DIFFICOLTÀ .

Solo la perfezione garantisce uno stato di completa autosufficienza, gli angeli buoni ricevono energia da Dio e diventano autosufficienti, pure gli uomini raggiunta la perfezione riceveranno energia da Dio e diventeranno autosufficienti.
Chi è autosufficiente non deve chiedere, non deve dare, non si irrita e non irrita nessuno, non lo sfrutta, ma vive rapporti liberi e neutrali, senza risentimenti o invidie.
L'autosufficienza ti appaga e ti rasserena.


lunedì 6 luglio 2020

IL PENTIMENTO: SOLO DIO RICONOSCE QUELLO VERO

Lui piange, ma poi
si ripete, ma è un
coccodrillo 
UNA VOLTA PERDONATO È PERDONATO PER SEMPRE

L'occhio che vedi a sinistra, non è il simbolo dei templari, ma l'occhio di un coccodrillo, che piange, senza essere pentito.
Anche se uno è recidivo, Dio non considera la volta precedente in cui l'individuo si era pentito, perché quell'episodio è stato cancellato.
Dio non fa il giocoliere tirando fuori il coniglio dal cilindro, col vecchio peccato perché era pentito e perdonato e non viene più considerato.

A differenza di Dio che legge il cuore e quindi sa se la persona si era veramente pentita, i giudici umani non conoscono se la persona era sinceramente pentita.

Il giudice si basa solamente sulla gravità della colpa e  sui segni esteriori di 
pentimento, e quando la pena è stata scontata la persona è libera di andare, ma se l'individuo fa nuovamente la stessa infrazione in questo caso c'è la recidività, e di conseguenza non considera più il pentimento precedente, ma applica l'aggravamento della pena.

A differenza di Dio, il fariseo non perdona, anzi ingigantisce la colpa (ne è un esempio il giudizio che espressero verso Gesù considerandolo un bestemmiatore, meritevole di morte, pur essendo senza colpa) perché volevano apparire buoni loro stessi, anche se non lo erano.
Infatti si legge nel Vangelo di:
 Matteo: 23:4  "Legano pesanti carichi e li mettono sulle spalle degli uomini, ma loro non li vogliono muovere nemmeno con un dito.
Tutto quello che fanno lo fanno per essere visti dagli uomini"

Che dire di noi e di coloro che fanno delle piccole modifiche su se stessi per apparire migliori, li giudichiamo?
Non facciamo l'errore di condannare i senza colpa.
Acconciatura dei capelli, barba, baffi, unghie dipinte, parrucche, abiti firmati alla moda, sono piccole esibizioni che appena le notiamo, le giudichiamo. 
Possiamo classificarle in modo nobile come l'albero che fiorisce?
Tutti quanti noi, desideriamo presentarci col lato migliore, come chi vuole migliorare se stesso e apparire nella sua migliore veste.
Ciò che fa la differenza è la motivazione per cui si fa il ritocco?

Il fariseo è etichettato come colui che mette in mostra se stesso per apparire migliore, vuole primeggiare sugli altri, per poi giudicarli con severità.

La regola comunque è: se ti metti in mostra per far piacere agli altri e nobile, ma se viceversa vuoi apparire solo per mettere in mostra te stesso è un'esibizione dell'io e vieni giudicato.

Riguardo ai recidivi che ricadono nel peccato, è automatico che generino il dubbio nella mente di coloro che li devono giudicare nuovamente, pensando che la volta precedente il loro pentimento era fasullo, di conseguenza devono valutare sulla possibilità dell'aggravamento della pena.